disse Giancoraggio, e si separò dai sette, dismettendosi.
Il gruppo rimase perplesso da quanto era appena accaduto, e Dotto, il primo dei nani (che fin qui c'eravamo arrivati) propose a tutti di farsi un cannone.
-No, disse Truzzolo, quasi quasi mi è venuto in mente di presentarvi questo absurdolo liquore che ieri pomeriggio, mio cognato proveniente dalla Spezia, mi ha appena portato:
-Di che sa?
lo interrogò BianKaNeve
-Di niente, probabilmente, ma è più probabile che sappia anche di troppo, per l'appunto.
Con un sentore di rose caramellate.-
Al proto-vedico suono di queste parole, BianKaNeve era già stata sedotta da un pezzo e annusando l'aere rubiconda e bianca si dirise naso e chiappe verso l'occhio famelico della fantomatica bottiglia.
-Chi ha detto che lo dovevi bere tu? Soprattutto Tu per Prima? - la redarguì il Truzzolo, acrobatico a suo modo, nano caramellato da un pezzo.
-Lo decido IO!- fece il principe, con fare manesco, -Solo IO sono in grado di comprendere quanto e quale questo liquore ci potrà ringalluzzire, oltremodo, a Novembre,
-E invece no, lo interruppe BianKaNeve, lanciandosi con simpatia venosa alla faccia del nano, afferrando il magico intruglio, biankastro ed ambra il sapore.
E ingurgitò.
E bevve.
E consumò.
Tutto.
Non ne lasciò neanche una goccia pei i suoi amici o nemici o cugini di essi.
Non ne lasciò nulla per nessuno, perché così era scritto ed adesso ed Amen.
Tutti rimasero in silenzio.
-Ma che kattzzo , BianKaNeve, come hai osato, come hai potuto, come hai anche solamente potuto anche voler solo immaginare di avere berlo tutto?
un piccolo rutto
esordì dalle labbra innocenti di BianKa, rutto sommesso quasi ascoso ma sì dolce, effervescente e più che spontaneo.
-Ho capito! Solo ora, rimembrosa, mi sono ricordata di dover andare avanti, niente più affabulamenti, litigi o teste di caTTzo qualsiasi.
D'accordo?
-SI
dunque procediamo di un'altra quindicina di metri verso sinistra e ci ritroviamo in faccia a un cespuglio.
Verde e viola.
Miracoloso.
Fresco.
Imbelle.
-Cosa ci sarà oltre QUEL cespuglio? - chiese Bistrattalo, quarto dei nani
-Non lo so ma stando all'odore, direi che sicuramente ci dovrebbe essere qualcosa di buono...-
gli rispose Cucciolo
-Mh - disse Dotto, non credo proprio ma comunque state attenti, e comunque qualcuno dovrà pure fare da ariete, qualcheduno dovrà pur uscir la faccia oltre la siepe, per guardare, altrimenti oltre...
-Principe?!
urlò BianKaNeve
-Si? Nevvero? disse il principe
-Tocca a te.
-E OK, fece lui, districhiamoci tra le foglie di questo giardimmmhh..
-mmh cosa?
Gli chiese BianKaneve
-Sentoooh,
-Cosa?
-Sentoodor di
-Di cosa?
-Sento Odor di Dardanelli - disse il principe, prendendo la sua sposa per mano e tirandola aldilà della siepe
i nani forcuti, potevano accompagnare solo e lo fecero, danzando e zompettando e tutti e sette si ritrovarono all'improvviso catapultati nelle violacee paludi del loto nero.
Ad accoglierli fu un campo quadrato, con i quattro angoli smussati, recintato da tutti i lati da queste siepi verdi con risvolti cromatici violacei, e nel centro, una palude, con in mezzo, un loto nero.
Il loto nero inspirava indecente soffiosi ricordi di pomeriggi altrui, protocollati, altolocati, nevrastenici ed indecenti.
Deliziosi e sulfurei, abbandonavano la mente per viaggiare a fitto dentro al di dentro del corpo.
Tutti erano fermi, sulle soglie della palude, fissi immarciscenti lì a guardare
fitti
fissi
Concentrati su quell'unico fiore ondeggiante, violaceo e nero, dalle damaschie urticanti, dorate, quasi per sbaglio volute, desiderate.
-No KattZZO! fece Brontolo - Lo sapevo
-Cosa? lo interrogò BianKaneve
-È lui, quel fiore è LUI!
-Lui chi?- gli chiese il Truzzolo
-Lui! Lui! Nient'altri che Lui! Il mago nero, l'oscura presenza!
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